Lontano è lo spazio
vicino il cuore
ampio è il vuoto
colmo l’amore
Misura univoca
con forza evoca
l’armonia dei sensi
Dello stupore
fu l’attimo fatale
acclarata fusione
del lontano orizzonte
alla periferica terra
Smarrite le mirabili gesta
all’animo poco resta
confuso nella notte
sotto lo sguardo vigile
di brillanti stelle
Fosche nubi
diradano la luce
siffatto stato
negletto baluardo
l’occhio teso
a rimirar l’arduo varco
Fragile è lo stato
dall’arte ammaliata
è pace agognata
giammai negata
all’umana profondità
Negar la viltà
nulla può
se l’ardire è vigliacco
Curve le spalle
è peso dolente
renitente sofferente
L’eclissi della mente
oblio astratto
certo distratto
lo sguardo disfatto
dal peccato ferito
vana la speranza
intorno danza
Scema il giorno
in alto le tenebre
socchiuse le palpebre
l’attimo è breve
tormento inquieto
nell’angolo riposto
Nessun commento:
Posta un commento